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Approvata con la formula salvo intese, la riforma della giustizia

Lo scorso 31 luglio il consiglio dei ministri ha approvato con la formula salvo intese, la riforma della giustizia, provvedimento che non solo dispone interventi per l’efficienza del processo civile e penale, ma prevede una riforma complessiva dell’ordinamento giudiziario e della disciplina su eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati sulla flessibilità dell’organico di magistratura.

Con tale riforma si è semplificato e razionalizzato il processo civile nel rispetto della garanzia del contraddittorio e dei princìpi e criteri direttivi previsti. In particolar modo la riforma prevede una rivalutazione degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie, con l’esclusione del ricorso obbligatorio, in via preventiva, alla mediazione in materia di colpa medica e sanitaria e di contratti finanziari, bancari e assicurativi, fermo restando il ricorso alle procedure di risoluzione alternativa delle controversie previsto da leggi speciali.

Una delle misure più rilevanti è la previsione del limite di sei anni per la conclusione di un processo e l’introduzione di particolari regole per i magistrati che decidono di scendere in politica e nuove regole per l’elezione del CSM.

Dal punto di vista del giudizio penale, le indagini dovranno svolgersi entro sei mesi per i reati per i quali la legge prevede la pena pecuniaria o la detenzione per non più di tre anni, o un anno e sei mesi al massimo nei casi più gravi. La riforma prevede inoltre principi comuni per l’efficienza dei procedimenti civili, tributari ed amministrativi, mediante il rispetto di alcuni principi direttivi. Nello specifico:

prevedere che nei procedimenti davanti al giudice di pace, al tribunale e alla corte di appello, il deposito dei documenti e di tutti gli atti di parte debba avvenire con modalità telematiche e spetta solo l’autorizzazione di poter depositare i documenti con modalità non telematica. Questo caso può verificarsi solo nel caso in cui i sistemi informatici del dominio giustizia non funzionano e sussista una situazione d’urgenza;

– prevedere che il deposito telematico di atti e documenti di parte possa avvenire anche con soluzioni tecnologiche, diverse dalla PEC, nel rispetto della normativa, anche regolamentare, concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici;

assicurare un’agevole consultazione degli atti e dei provvedimenti informatici, la riforma prevede l’introduzione del principio di chiarezza e sinteticità degli atti di parte e del giudice e la strutturazione di campi necessari all’inserimento delle informazioni nei registri del processo, per assicurare un’agevole consultazione degli atti e dei provvedimenti informatici. Inoltre assicura il divieto di sanzioni processuali sulla validità degli atti per il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico dell’atto;

Sono state inoltre riviste le modalità di versamento del contributo unificato per i procedimenti dinanzi al giudice ordinario e al giudice tributario difatti nel processo tributario il versamento del contributo unificato potrà avvenire con sistemi telematici di pagamento, ossia con carte di debito, di credito o prepagate o con altri mezzi di pagamento con moneta elettronica disponibili nel circuito bancario o postale. Se il versamento con modalità diverse da quelle prescritte non libera la parte dagli obblighi di versamento, la riforma della giustizia prevede che relativa istanza di rimborso deve essere proposta, a pena di decadenza, entro trenta giorni dal pagamento.

 

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